Prima puntata: droga e tossicodipendenza
Uno dei più grossi prolemi sociali è quello delle tossicodipendenze: droghe come cocaina, eroina, alcool, lsd, hashish, diventano di uso abituale. Scoprire di avere un familiare drogato è un problema che ti riguarda in prima persona. Sei tu che devi imparare a prendere sulle tue spalle la croce del tuo famigliare e portarla insieme a lui. Abbandonare un tossicodipendente a se stesso significa lasciarlo morire.
Siccome la droga è una scelta del drogato, qui voglio cercare di capire perchè una persona sceglie la droga. Forse perchè la vita non ha nient'altro di meglio da offrirgli?
Si dice che prevenire è meglio che curare. Io voglio capire come prevenire. Cerco qualcuno che mi aiuti a capire come sia possibile, se è possibile, prevenire. Non avendo mai fatto uso di droghe, nè essendo mai stato a contatto con questo problema, non so cosa sia la dipendenza da droga, per cui potrei dire delle grosse fregnacciate. In questa prima parte intendo comunque affrontare il problema della droga dal punto di vista della prevenzione e discuterlo con te al fine di cercare di capire i motivi che portano una persona a drogarsi.
Nelle puntate successive avrei intenzione di parlare anche dei centri di recupero e delle comunità terapeutiche. Voglio capire quale utilità possono avere i centri di recupero per tossicodipendenti nel risolvere il problema droga.
Io credo, ma mi posso sbagliare, che il drogato abbia un problema non risolto. Può essere un lavoro perduto, un amore che non riesce a trovare, una difficoltà a comunicare o a relazionarsi con gli altri. Prevenire significa risolvere quel problema. Ma come venire a saperlo?
Secondo me, Il problema della droga è essenzialmente un problema di disagio dovuto a carenza di vero amore e di accoglienza. L'uomo ha bisogno di sentirsi amato e accolto dal gruppo in cui vive e lavora. Qualora questo amore venga meno, il rischio di cadere nella droga, vista come sostituto dell'amore che manca, diventa molto alto. La droga, secondo me, può essere una tua scelta, oppure una scelta condizionata da altri. Chi ti fa cadere nella droga possono essere le persone con le quali ti relazioni nel tuo tempo libero, quando non lavori. Siccome l'uomo è un animale sociale, intelligente e dotato di un'anima, ha bisogno di sentirsi accolto dal gruppo al quale appartiene. può essere il gruppo di amici con il quale esci per divertirti, il gruppo di lavoro con il quale ti ritrovi quando sei al lavoro, la tua famiglia, costituita dai tuoi genitori, parenti, zii, zie, cugini, fratelli e sorelle.
Ogni gruppo ha un leader o un elemento carismatico che fa da collante e da riferimento a tutto il gruppo. E' un po' come negli animali che vivono in branco, dove esiste il capobranco. Ad esempio sul lavoro il capobranco può essere il capo-uffcio o il datore di lavoro. In famiglia il capobranco di solito è la figura paterna. In un gruppo di amici, il capobranco può essere una persona con spiccate doti di socializzazione e intraprendenza.
All'interno di ogni gruppo esistono riti e rituali, fedi e credenze, mode e usanze, dove il capobranco in unione con gli altri elementi del gruppo decidono cosa fare, come comportarsi, dove andare, quale meta scegliere e quale obiettivo raggiungere.
Se nella tua vita sei depresso, non hai dei punti fermi in cui credere, può succedere che un tuo amico, magari con l'intenzione di aiutarti, o un tuo conoscente, ti introduca in uno di questi gruppi perchè è lui il primo a farne parte. Lui all'interno di quel gruppo si trova bene, si sente realizzato e riesce a socializzare con tutti e pensa che per te sia la stessa cosa, così crede di farti piacere invitandoti a partecipare alle loro attività.
Tutto ok. Tu, non conoscendo il gruppo nel quale stai per essere introdotto, ti senti un po' incuriosito e desisderoso di conoscere persone nuove e accetti volentieri di partecipare alle attività del gruppo. Ben presto però ti accorgi che le usanze e i riti di quel gruppo consistono nello sballo, nell' andare a divertirsi in discoteca e fare uso di sostanze stupefacenti o fumare spinelli prchè per loro è naturale fare così, così come è naturale per un gruppo religioso devoto a Maria, per esempio, recitare il rosario, o per un alro gruppo ritrovarsi in chiesa a pregare o per un altro gruppo praticare la caccia o attività venatoria o dedicarsi all'ippica.
Invece il gruppo nel quale il tuo amico ti ha introdotto ha l'usanza di fare uso di sostanze stupefacenti e fumare spinelli. Tu magari vedi il tuo amico e gli altri che si cannano a tutto andare. Pensi che se è normale per loro, lo deve essere anche per te. Loro ti invitano a partecipare al loro rito. Naturalmente tu rifiuti perchè a te hanno insegnato che le canne non si fanno. A questo punto, di fronte al tuo rifiuto, il capobranco interviene e ti rinnova l'invito a partecipare con loro, se ti vuoi sentire parte di loro. Tu rifiuti, ma ben presto il capobranco ti fa capire che se vuoi essere uno di loro e godere della loro amicizia, solidarietà e compagnia devi accettare le usanze del gruppo che sono in questo caso quelle di farsi le canne. Se non accetti, vieni escluso ed isolato. Così, per non sentirti un pesce fuori dall'acqua, decidi di provare anche tu lo spinello e sentirti uno di loro, accettato dal gruppo.
In certi gruppi il rito è la cosa più importante di tutto. Si mette il rito al di sopra di tutto, perché il rito diventa il simbolo di riconoscimento come nei formicai e negli alveari i vari membri si riconoscono dallo stesso ferormone. Il rito di riconoscimento comune di un gruppo può essere, per esempio, la recita del rosario, oppure andare a giocare a bocce, oppure andare allo stadio a vedere la Juve giocare. In quei riti non c'è niente di male. E' un modo per sentirsi parte di una famiglia e riconoscersi appartenenti ad un gruppo.
Il male è quando il rito diventa illegale e pericoloso per amore della trasgressione. Se il rito diventa quello di fumare lo spinello, o peggio, sniffare coca o eroina, allora sei in pericolo di morte. Questo lo devi capire subito e tagliare i ponti con tutti i partecipanti di quel gruppo, costi quel che costi. Devi abbandonare il gruppo di corsa e fregartene se resti solo.
A meno che tu non sia un "evangelizzatore", cioè una persona "forte", forte in senso psicologico. In quel caso puoi decidere di restare con l'obiettivo di recuperare il gruppo e riportarlo sulla "retta via", ma il tuo compito a questo punto diventa quello più difficile. Devi essere pronto a dare la vita. Dovrai affrontare la "formica regina" cioè il capobranco e fargli capire che sta sbagliando dandogli dei punti fermi in cui credere, convincendolo a curarsi e ad entrare in un centro di recupero per tossicodipendenti in modo tale che si converta e accetti di essere aiutato. Lo devi convincere a venirne fuori, lui per primo. Soltanto se riesci a far capitolare il capobranco del gruppo, puoi avere qualche speranza di recupero di tutto il gruppo.
Se non sei un evangelizzatore, non ti resta che tagliare tutti i ponti con il gruppo e dimenticarlo. Poichè i richiami e gli inviti a partecipare al gruppo per condividere i loro rituali, sia da parte di chi ti ha invitato inizialmente per un legame di amicizia, sia da parte del capobranco, sia da parte degli altri elementi del gruppo continueranno in modo subdolo e psicologicamente nefasto, ti consiglio di cambiare territorio e ambiente. Ti faranno sentire un traditore, un debole, un senza palle, oppure un senza cuore. Ti faranno sentire importante e indispensabile, se sceglierai di restare con loro e non ti accorgerai che invece è iniziata la tua fine, il tuo cammino verso la morte.
Se la frittata è stata fatta e oramai ci sei finito dentro e ti sei fatto, io al momento non ho elementi per aiutarti a venirne fuori. Sei tu che devi decidere di smettere e trovare un valido motivo per farlo. Io ti posso proporre la lettura del Vangelo, dalla A alla Z, tutti i giorni, fino a quando non avrai trovato in quel libro l'uscita d'emergenza.